Siamo oggi a colloquio con il Dottor Italo Paolini, Medico di Medicina Generale, figura importante della Sanità Picena Marchigiana, con incarichi istituzionali di grande rilievo.
Il Dottor Paolini è nativo di Arquata del Tronto, paese purtroppo noto alle recenti cronache in quanto devastato dal sisma che ha colpito l’Italia centrale nel 2016.

Dottor Paolini, partiamo proprio da questo ultimo e difficile punto.
Lei è stato coinvolto in quest’emergenza anche sanitaria che di fatto l’ha colpita personalmente.
Qual è stata la prima grande emergenza medica che ha dovuto affrontare? 

Arquata ha una popolazione con molti anziani con multiple terapie croniche e poli-terapie farmacologiche. Dopo e parallelamente alla gestione delle situazioni acute vi è stata la necessità di mantenere la continuità nella gestione di queste patologie e terapie croniche. Per questo, dal giorno successivo al sisma ho ripristinato il mio sistema informativo e di gestione farmacologica. Almeno per la medicina generale, assistiti che avevano perso ogni punto di riferimento logistico, hanno avuto lo stesso tipo di assistenza che avevano in precedenza da parte del proprio Medico di Medicina Generale.

Parliamo più nello specifico di problemi legati alle malattie cardiovascolari.
Immagino che il trauma emotivo, subito dalla popolazione, abbia in qualche modo incrementato i problemi cardiovascolari nel territorio, sia nei soggetti nei quali erano già presenti sia in quelli sani.

Sicuramente il cambiamento di abitudini e vita, accentuatosi dopo il trasferimento (avvenuto dopo il secondo sisma del 30 ottobre 2016) negli alberghi della costa, ha condotto a un peggioramento del controllo in particolare metabolico e pressorio della popolazione. Molti diabetici si sono trovati a mangiare in maniera totalmente diversa riducendo il normale livello di attività fisica. Questo ha richiesto una rimodulazione importante delle terapie in corso.

Riguardo alla pressione arteriosa, noto fattore di rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari, ha notato delle variazioni importanti, dopo gli eventi sismici, nei suoi pazienti o più in generale nella popolazione?

Si, come risposto in precedenza un peggioramento del livello di controllo pressorio e della stabilità dei valori. Io ho abituato i miei pazienti ad adottare routinariamente l’automisurazione domiciliare e questo mi ha consentito di valutare e gestire queste situazioni modificando terapia farmacologica e non farmacologica.

In base a questa particolare situazione, alla sua esperienza e conoscenza medica, che misure applica per tenere sotto controllo i valori della pressione arteriosa?

L’automisurazione domiciliare della pressione arteriosa (HBPM) per tutti i pazienti con diagnosi di ipertensione, con schema standardizzato che vede una settimana almeno di misurazione al mese (valori biquotidiani ad orario fisso con doppia misurazione), dando al paziente moduli per la registrazione e istruzioni per la corretta esecuzione della metodica. In caso di valori pressori alternanti o non soddisfacenti ricorro ad esecuzione del monitoraggio dinamico delle 24 ore (ABPM).

Ha dovuto incrementare l’utilizzo del monitoraggio dinamico della pressione nelle 24 ore?

Decisamente sì. Proprio per le alterazioni del controllo cui facevo riferimento sopra.

In cosa le è stato più di aiuto il MAP delle 24 ore?

È uno strumento fondamentale per la valutazione del controllo pressorio, della presenza di uno stato non dipper e per la ottimizzazione della terapia farmacologica al fine di ottenere il miglior controllo pressorio nelle diverse ore del giorno e della notte. L’integrazione di HBPM e ABPM mi consente di avere una buona gestione dei pazienti ipertesi e rinforza la loro compliance ed adesione alle misure terapeutiche farmacologiche e non farmacologiche. Senza la collaborazione del paziente è difficile ottenere buoni risultati.

Per concludere la nostra intervista, quali sono le sue considerazioni relativamente alla situazione attuale della popolazione da Lei seguita?

La situazione che ho descritto, relativa alla gestione medica della popolazione dopo il sisma del 2016, si è ulteriormente aggravata e modificata a causa dell’emergenza pandemica. Questo ha accentuato il ruolo dell’ABPM, lo sviluppo di modalità di teleconsulto e il filtro per l’accesso in studio riservato a casi improcrastinabili.

Ringraziamo il Dottor Italo Paolini per la sua gentilezza e disponibilità.
Per conoscere meglio le attività e quanto svolto dal Dottor Paolini potete consultare il sito www.italopaolini.it